Troppo spesso quando si pensa alle emozioni, si rischia di incappare in un errore molto comune e cioè di distinguerle positive e negative.
La gioia è bella, ci fa stare bene. Mentre tristezza, rabbia e paura sono “brutte”, ci fanno stare male, vogliamo allontanarle o, ancor più, eliminarle totalmente. Noi adulti abbiamo questa tendenza: vedere i nostri bambini provare emozioni più faticose, difficili da gestire ci fa andare in tilt, ci fa mettere in campo tutte le nostre risorse pur di evitare ai piccoli di stare male. Nulla di più sbagliato.Ma facciamo un passo per volta.
Gli studi ci dicono che, in realtà, non esistono emozioni positive o negative, belle o brutte: tutte sono una reazione di adattamento ai cambiamenti nel contesto in cui ci troviamo, tutte hanno un compito importante: insegnarci qualcosa. Possiamo piuttosto dire che esistono buoni o cattivi equipaggiamenti da utilizzare per fronteggiare la varietà emotiva.
Ogni emozione, quindi, ha una funzione specifica. E troppo spesso ci dimentichiamo di ciò, considerando le emozioni più spiacevoli e difficili come “rovina momenti”.
Vediamo nel dettaglio le finalità delle emozioni primarie:
Se iniziamo a percepire le emozioni come portatrici di un messaggio, sarà più facile gestirle e accettarle. Abbiamo il diritto di provare tutte le emozioni, senza sentirci inadeguati e fuori luogo. Nel prossimo post di “Teoricamente” mi piacerebbe approfondire le crisi di rabbia, che ne dite?