E’ ORA DI RIORDINARE (SENZA STRESS)

Fare ordine è noioso, faticoso e ai bambini (e forse alla maggior parte di noi) non piace. Bene lo abbiamo detto, credo sia ormai un dato di fatto. Ma non per questo dobbiamo vivere nel disordine e, soprattutto, il riordino non deve diventare per forza un momento di urla e minacce costanti.

L’ordine piace, dà serenità e calma. L’ordine esterno contribuisce al nostro ordine interno e questo ci fa stare bene. Ma il momento del riordino, a volte diventa estremamente faticoso. Ci sentiamo rispondere dai bambini grossi “no”, “non ne ho voglia”, o, la cosa che preferisco, inventano delle scappatoie pur di evitare il momento: “vado a lavare le mani”, o “devo andare in bagno, me la sto facendo addosso” o ancora “riordina tu, io ti guardo” sono le più gettonate.

E ci ritroviamo a entrare nel circolo vizioso della rabbia, che ci porta inevitabilmente ad alzare la voce e innervosirci, fino ad arrivare al culmine: le troppo classiche frasi minatorie che ci siamo sentiti dire tutti da bambini “Se non sistemi subito, butto tutti i tuoi giochi” o altre frasi che liberano tutta la fantasia di un genitore arrabbiato. I miei genitori, ad esempio, addossavano tutte le responsabilità “al Signore del camion” che passava la notte e si portava via tutti i miei giochi che trovava in disordine. Una mattina, non trovando più nulla in camera, ho guardato mio padre e gli ho detto “Ma dai, il signore del camion ha portato via tutto, ma si è dimenticato di prendere il carrellino della spesa”. Beata ingenuità.

In questo articolo vorrei fornire delle strategie pratiche per riordinare senza stress e vivere questo momento in modo ludico e divertente, per quanto possibile.

  1. Primo, non per nulla, CURARE L’AMBIENTE: l’adulto deve adattare l’ambiente al grado di sviluppo del bambino. Pochi oggetti, etichette visibili sui contenitori, materiale a portata dei bambini.
  2. PAROLA D’ORDINE: GIOCARE. Trasformare il momento del riordino in un momento di gioco può aiutare ad alleviare la noia e la fatica. A scuola per riordinare ognuno di noi ha un pulsante della turbo velocità. “Maestra, il mio pulsante è sul piede, lo schiacci così divento super veloce?”.
  3. CONDIVIDERE SENZA COMANDO: per creare l’abitudine del riordino, è sempre meglio parlare al plurale “Mettiamo in ordine”, “Ora ci aiutiamo a sistemare”. Riordinare insieme rende meno faticoso per i bambini questo momento e permetterà loro di interiorizzare l’abitudine.
  4. ESSERE UN ESEMPIO: I bambini hanno bisogno di esempio, non di tante parole. Hanno bisogno di vedere noi adulti tenere ordinato un ambiente, devono sperimentare la concretezza e la quotidianità. Iniziamo a sistemare facendo vedere loro come e dove riporre gli oggetti. Più saremo di esempio, più seguiranno le nostre orme. 
  5. ALTERNATIVE: l’obiettivo finale non cambia, bisogna sistemare. Ma vogliamo farlo saltellando su un piede o camminando come un ragnetto? Fornire ai bambini 2 alternative sulla modalità può aiutarli a vivere serenamente il riordino.
  6. CHIEDERE AIUTO: A volte a scuola fingo di non ricordare dove vanno riposti gli oggetti “Mi aiuti per favore? Non ricordo più dove è la casa delle macchinine”.
  7. DARE DEI COMPITI: in classe, essendoci molti giochi e materiali, sono solita dare ad ognuno un compito. “A. si occupa di riordinare le macchinine, B. si occupa di riordinare la cucinetta, C. si occupa di riordinare il tavolo luminoso…”. Vi assicuro che la maggior parte delle volte, in autonomia, i bambini che portano a termine il proprio incarico più velocemente, aiutano chi ha bisogno.

Queste sono alcune delle strategie che ogni giorno utilizzo in classe nella scuola dell’infanzia dove lavoro. Ovviamente non sono ricette magiche che funzionano sempre, a volte c’è bisogno di molta più pazienza. Altre volte la pazienza si perde.

Cerchiamo di trovare un equilibrio in questa fase, pensando al riordino come un momento di tempo condiviso e di creazione di un’abitudine, non come un obbligo passivo al quale il bambino deve sottostare.

E voi quali di queste strategie utilizzate già? Quale invece vorreste provare a mettere in pratica? Fatemi sapere nei commenti, mi piace leggervi.

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